Quando pasta e pane erano razionati…
Una delibera del consiglio comunale del 1919 inquadra lo scenario economico di Ovada alle prese con guerra e "spagnola"
OVADA – Farina di polenta distribuita con regolarità: 2 chili mensili a persona. Un chilo e mezzo di riso, 100 grammi di olio, 250 grammi di pasta. Una delibera inquadra la condizione economica di un’Ovada in uscita dalla guerra e impegnata a fare i conti con l’epidemia di spagnola. Tra i molteplici problemi di una popolazione provata dalla guerra, l’approvvigionamento dei prodotti alimentari razionati con tessera annonaria.
Dopo la primavera
La situazione divenne critica negli ultimi mesi del 1918. Oltre all’evolversi inesorabile dell’epidemia iniziano a scarseggiare i generi di prima necessità e le delibere comunali del periodo, sono per la maggior parte incentrate sull’approvvigionamento di viveri. Tra i provvedimenti più urgenti viene adottato un ennesimo calmiere sui prezzi. Un quintale di farina nel 1909 costava 35 lire, ora è salita a 250 e si trova a “borsa nera”. Guerra e speculazione le ragioni principali di questo scenario. Nell’Ovadese contadini e operai percepiscono una paga oraria che varia dalle 3 alle 5 lire; per le donne è fissata da 1 a 3 lire. L’inverno è alle porte. Ovada piange i suoi 169 Caduti e deve pensare a chi è tornato. Tanti invalidi moriranno nei mesi e negli anni successivi per malattie contratte al fronte. Le attività cittadine e i lavori agricoli in particolare negli anni precedenti avevano sofferto per la carenza di manodopera. Gli uomini avevano combattuto al fronte. A sostituirli le donne e gli anziani. Chiunque era rimasto aveva dovuto combattere contro l’epidemia che nella primavera del 1918 aveva generato un gran numero di vittime e avrebbe fatto sentire il suo effetto nefasto per tutta la prima parte dell’anno successivo. Superata quella fase a causa del carovita anche in città, sull’esempio di Genova, anche nella nostra città furono organizzati i primi scioperi. Sono lotte motivate da una situazione sociale insostenibile, conflitti che inquadrano bene lo stato d’animo delle persone e permettono di comprendere in quale scenario il fascismo avrebbe preso piede.